«L’organico è morto!».
È diventato il tuo grido di battaglia da quando ti sei tuffato nel mondo del social media adv. Rapito dalle mille possibilità dell’advertising di Facebook, hai deciso che scrivere contenuti sei giorni su sette non fa più per te. «Voglio raggiungere le persone giuste, nel momento giusto, con un’inserzione accattivante!» hai concluso. Bene, i social media saranno tuoi alleati. Dopotutto è proprio questa la loro missione: portare il contenuto giusto all’utente più interessato. La fretta tuttavia, rischia di giocarti contro. Ecco 5 errori di targetizzazione che potranno sbarrarti la strada.
1. Cerco di raggiungere gli utenti di mezzo mondo - Un pubblico troppo ampio è uno dei limiti in cui puoi incappare. In genere questo errore parte con un ragionamento ben preciso: «perché limitare la campagna, meglio restare ampi e qualcuno interessato al mio prodotto ci sarà !». Questa direttrice rischia tuttavia, nel caso di prodotti poco generalisti, di minare la pertinenza dell’annuncio per il target, alzando i costi e abbassando le performance.
2. Vendo magliette, mi concentro sui fan delle magliette - E se vendessi banane? Inseriresti “banane†come interesse del tuo target? Se vendessi pompe idrauliche? Impastatrici industriali? Anziché procedere a capo chino pensando esclusivamente ai prodotti che vendi, prova a pensare all’utilizzo che tutti noi facciamo dei social media: non dimenticare gli “interessi lateraliâ€, che ti consentono di raggiungere il tuo utente ideale in modo più congruente con i percorsi che egli compie sui social media. Banalizzando, se vendi orologi di lusso, prova a concentrarti su coloro che hanno manifestato interesse per il Golf o le imbarcazioni di prestigio.
3. Miro a diversi target, costruiti a partire da interessi e comportamenti, in modo da coprire tutti i miei “clienti ideali†con gruppi di inserzioni dedicati - Hai scordato un passaggio. Hai verificato che i tuoi pubblici non si sovrappongano? Senza entrare nella spiegazione del funzionamento dell’asta su Facebook, ti basti sapere che mantenere attive campagne o gruppi di inserzioni rivolte a pubblici in sovrapposizione reciproca, rischia di impennare i costi.
4. Spunte? Non ho tempo, le salto - Lo sappiamo, la nostra vita digitale è sempre più circondata dalle spunte. Eppure, alcune spunte della tua campagna Facebook meritano la tua attenzione: come quella relativa all’ottimizzazione della campagna. Con questa opzione Facebook dà la possibilità di ottimizzare per una metrica o l’altra (a seconda dell’obiettivo conseguito) e in alcuni casi l’ottimizzazione può fare davvero la differenza. Talvolta, per esempio, ottimizzare la campagna per visualizzazioni produce una frequenza di visualizzazione delle inserzioni presso il target indesiderata, con la diretta conseguenza di un “bombardamento†che non produce interazioni significative per l’azienda.
5. I dataset dei clienti? Li tengo per me. Il pixel sul sito? Non ho un’ecommerce, non mi serve - Sappi che tanto della tua targetizzazione può giungere dalla costruzione di pubblici particolari, detti “Customâ€. I dataset contenenti mail, telefono e anagrafica dei clienti possono originare elenchi di clienti esistenti già interessati alla tua realtà e “caldi†per iniziative di up/cross-selling. Il pixel, invece, può produrre elenchi di utenti che ti hanno cercato (e trovato) sul web per interessanti iniziative di remarketing. Non sempre, insomma, la costruzione di audience per interessi e comportamenti rappresenta la strada migliore.
«Voglio raggiungere le persone giuste, nel momento giusto, con un’inserzione accattivante!», sostenevi. Ora dicci: lo stavi davvero facendo?