Tecniche SEO VS discriminazioni e preconcetti: hacking civico per promuovere la parità di genere

Questo post viene pubblicato l'8 marzo, Giornata internazionale della donna che, nel 2018, è ancora - aggiungiamo purtroppo - importante: lo è perché ci sono ancora innumerevoli discriminazioni, preconcetti, muri da abbattere ma anche - come suggerito da Paola Bonomo in un bellissimo intervento in un TedX a Verona - ponti da costruire. 

La parità di genere incontra ostacoli su più fronti: da quello legale a quello economico, da quello politico a quello culturale.

Le lotte da combattere sono tante e anche se di anno in anno si fanno passi avanti (in qualche Paese di più, in altri meno) gli sforzi da fare sono ancora numerosi. 

Per far sì che la lotta non sia vana servono risorse: tra queste,

saper comunicare concetti e idee è la ricchezza maggiore di chi vuole portare avanti un cambiamento reale;

è importante trovare e saper usare le parole giuste, quelle che aiutano a comprendere e cambiare, in una lotta che si deve affrontare in primis con noi stessi e ciò che inevitabilmente ci ha condizionato, dall'educazione ai contesti in cui siamo cresciuti.


Fonte: The Cut

Le giuste parole devono però anche arrivare a destinazione per essere efficaci, devono essere lette e ascoltate:

come possiamo aiutarle ad avere più visibilità? 

I modi sono tanti, ma in questo articolo ci concentriamo sulle tecniche di posizionamento sui motori di ricerca (note anche come tecniche SEO, Search Engine Optimization), tradizionalmente impiegate per scopi commerciali, per sfruttarle al fine di promuovere la visibilità di contenuti che aiutino il cambiamento. 


Fonte: Pixabay

I concetti di base del posizionamento di un contenuto sui motori di ricerca sono davvero semplici: 

quando si effettua una ricerca, il motore di ricerca ci propone una pagina di risultati (SERP, Search Engine Result Page); se prendiamo come riferimento Google, il motore di ricerca più in uso in Italia (e non solo), in questa pagina troviamo sia risultati a pagamento che risultati "naturali" (in gergo, organici). 

Concentriamoci sui risultati organici: sono quelli che - in base alle valutazioni fatte dal motore di ricerca - possono offrirci la miglior risposta per la nostra ricerca. 

Come fa il motore a saperlo? Semplificando, si basa su due cose: 

  1. I contenuti della pagina: dal titolo alle immagini, dalle parole usate a tantissimi altri aspetti, tra cui la velocità di caricamento della pagina stessa, ogni elemento è utile per stabilire se quel contenuto potrà offrirci un'esperienza soddisfacente o meno.
  2. I collegamenti a quella pagina: che arrivino da altre pagine dello stesso sito o che arrivino da altri siti, i collegamenti verso la nostra pagina sono uno dei pilastri del posizionamento anche nel 2018, nonostante siano stati usati (e abusati) in ogni forma possibile. 

Quella proposta è una semplificazione estrema, a fini didattici:

in realtà il posizionamento, soprattutto per parole chiave competitive (pensiamo a quanto vale essere primi su una ricerca con la parola "mutuo"), richiede tantissime attenzioni. 

Partendo però da queste nozioni di base, senza la pretesa di saper ingannare il motore di ricerca, la nostra sfida di hacking civico può essere quella di posizionare contenuti che promuovano l'uguaglianza e la parità di genere rispetto a contenuti neutri o addirittura contrari. 


Fonte: Facebook

Prendiamo ad esempio il c.d. "gap salariale", il divario retributivo di genere che vede le donne, a parità di tutti gli altri fattori, guadagnare di meno rispetto agli uomini. 

È - purtroppo - un dato di fatto e ci sono numerosi articoli a riguardo, ma c'è anche tutta un'altra categoria di approfondimenti che, nel considerare ad esempio la diversità negli stipendi tra Paese e Paese, si limita a riportare il dato "medio". Ecco un'occasione perfetta per intervenire, soprattutto se è aperta la sezione dei commenti: possiamo infatti far presente che, soprattutto in Paesi dove il divario è ampio, parlare di "dato medio" non è rispettoso del grave problema del gap salariale e possiamo mettere collegamenti verso risorse che ne parlano. 

Se vogliamo, possiamo anche contattare l'autore del post per fargli presente l'opportunità di integrare con dei rimandi a dei contenuti che evidenzino il problema: magari non in quello stesso articolo, ma in uno dei prossimi che scriverà sul tema ne potrebbe tenere conto. 


Fonte: The Rationalists

Se poi scegliamo di scrivere in prima persona su questo argomento, uno dei "trucchi del mestiere" è quello di cercare un legame tra un tema di interesse relativo con qualcosa che possa attirare un pubblico più ampio. 

E' difficile che una persona poco attenta a certe tematiche vada di sua spontanea volontà a cercare "divario salariale" sul motore di ricerca, ma magari cerca lo stipendio medio nel 2018 in certi settori lavorativi: ecco,

puntando all'argomento di maggior interesse e introducendo il legame con il divario salariale possiamo riuscire ad esporre i nostri concetti ad una platea più ampia. 

La qualità della risposta alla richiesta dell'utente resta paradigmatica e non possiamo pensare di fare i furbi proponendo un titolo sull'argomento X per poi passare a scrivere dell'argomento Y (in inglese si dice "bait and switch", in italiano "specchietto per le allodole"): il rispetto per le intenzioni di ricerca viene prima di tutto e offrire risultati di qualità è la caratteristica che ci permetterà di scalzare la concorrenza dalle prime pagine di risultato. 

Cosa rende un risultato di qualità?

Sempre di più Google ci raccomanda di offrire non solo delle risposte, ma anche e soprattutto delle esperienze di valore:

dobbiamo quindi pensare al modo migliore di aiutare la persone a raggiungere il proprio scopo ed anche la forma dei nostri contenuti ne deve tenere conto. Per far capire il "gap salariale" è più efficace un testo o un video? Magari un'infografica? Oppure ancora un'infografica interattiva?

Fonte: Social Marketing Fella

Non ci sono risposte assolute ma, scientificamente, alcune forme sono più comprensibili e memorizzabili di altre: un testo accompagnato da immagini è più memorizzabile di un testo senza immagini, un'esperienza interattiva vince su di un'esperienza che non lo è, etc. 

Bisogna poi prestare attenzione ad un altro aspetto importante:

la capacità dei nostri contenuti di attirare una visita e su questo fronte può esserci utile ragionare fuori dagli schemi. 

Pensiamo ad un articolo sul divario salariale che ci porta nel mondo del contrario: "Ecco quanto guadagneresti se fossi una donna nello Yemen" potrebbe essere il titolo di un articolo che fa entrare il lettore nel quotidiano di una donna che vive e lavora nello Yemen, dovendo subire il divario salariale più alto al mondo.

Trovare quel qualcosa che stimola la visita è molto importante per il posizionamento sui motori di ricerca, in quanto il grado di interesse verso un contenuto viene individuato anche grazie al rapporto tra esposizione nella pagina di risultato e numero di click rispetto alle altre risorse concorrenti. 

Anche il tempo di permanenza nella risorsa di destinazione conta ed è anche per questo che

i contenuti video possono aiutarci nel rapporto con i motori di ricerca.  

Un ulteriore aspetto da non trascurare è la "socializzabilità" dei nostri contenuti: dare al lettore uno o più pretesti per condividere un articolo o parte dello stesso diventa sempre più importante, visto il crescente ruolo dei social media nel nostro quotidiano. 


Fonte: Threat Post

Che cosa si condivide?

Si condividono contenuti utili, divertenti, capaci di emozionare (sia in positivo che in negativo) o ancora, che sorprendono: sono tutte caratteristiche che ci spingono a mettere a disposizione di chi ci è vicino quello di cui abbiamo avuto esperienza. 

Ad esempio sul tema del divario salariale, il Global Gender Gap Index 2017 del World Economic Forum posiziona l'Italia, di 144 Paesi presi in esame, all'82mo posto.

Questo - non certo lusinghiero - risultato è un fatto, presentato in un formato che può essere facilmente copia incollato su di un social network e commentato, attirando altre persone verso questo contenuto. 

Con questo breve excursus sulle tecniche e le attenzioni che si possono utilizzare per dare visibilità ad un contenuto sui motori di ricerca abbiamo solo scalfito la superficie di quello che si può fare: chi vuole può trovare in rete davvero tantissime risorse sul tema, gratuite e a pagamento.

Se ci è concessa, una piccola avvertenza:

i tanti consigli e le innumerevoli indicazioni contenuti in queste risorse potrebbero farci perdere di vista quello che resta un aspetto fondamentale del posizionamento sui motori di ricerca, un concetto davvero semplice ma che ci può fare da guida nell'insieme di tecnicismi sul tema. 

Lo abbiamo già scritto, i risultati organici meglio posizionati sono quelli che i motori di ricerca come Google (che impiegano i migliori cervelli e fanno investimenti miliardari nello sviluppo dei loro algoritmi) reputano capaci di offrirci la miglior risposta per la nostra ricerca:

sforziamoci di essere quel risultato, puntando a soddisfare non tanto il motore di ricerca, ma le persone che serve, i suoi utenti. 

Fonte: HEARD not herd

Se saremo bravi, riusciremo a far arrivare le nostre giuste parole al maggior numero di persone possibili: con l'augurio che un giorno non serva più, buona Giornata internazionale della donna a tutti e buon hacking civico per promuovere la parità di genere!Â